Il Territorio

Il pericolo viene dal mare: le torri costiere

Lungo la costa della Sardegna sud-occidentale ancora oggi si vedono le torri costiere costruite dagli spagnoli per tenere d'occhio i pirati saraceni. Quattro di loro presidiavano i mari di Porto Pino, Palmas, Porto Scudo e Cala Piombo.

Il piano degli Aragonesi Per natura, sebbene i 'continentali' pensino il contrario, i sardi non sono (stati) proprio gente di mare. Dal Mediterraneo non arrivavano altri che invasori, pronti a colonizzare l'isola e a depredarne le ricchezze. Per cercare di porre fine a questa lunga tradizione, che nel corso dei secoli aveva portato su quei lidi Fenici, Cartaginesi, Romani, Vandali, Bizantini e Pisani, gli ultimi della serie – gli Aragonesi – pensarono bene di rafforzare le fortificazioni costiere esistenti e di costruirne tante altre. Allo scopo, nel 1583, crearono la Reale amministrazione delle torri, attiva fino alla fine dell'Ottocento.


Le torri del Sud Non fa eccezione il territorio di Porto Pino, dove dal 1785 al 1819 fu in funzione una torre, oggi scomparsa, a guardia del promontorio di Punta Menga, vicino alle postazioni antinave intitolate all'ammiraglio Camillo Candiani utilizzate durante la seconda guerra mondiale. Sono ancora in piedi le torri di Porto Scudo e Cala Piombo, entrambi all'interno del poligono militare di Capo Teulada, e quella di Palmas, costruita a tre chilometri dal mare, nei pressi del borgo di Villarios (vicino Giba). Da queste parti, ai tempi, c'era ancora lo stagno di Porto Botte.

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