Il Territorio

Alla scoperta di Teulada, paradiso degli escursionisti

Spiagge dorate e acque cristalline (vedere per credere), ma non solo. Se si è in vacanza a Porto Pino, vale la pena visitare Teulada e i suoi dintorni anche per le sue montagne e i suoi siti archeologici fenici e punici. Senza dimenticare le grotte e le miniere abbandonate.

Punici, Fenici e Romani

Nonostante il suo centro storico risalga al Seicento, con il palazzo baronale Catalan-Sanjust e la chiesa della Beata Vergine del Carmelo, il paese sardo ha origini ben più antiche. Se il nome Teulada gli deriva dal latino 'tegula', a ricordare la grande produzione di terracotta nella zona in epoca romana, è certo che questi lidi fossero abitanti da molti secoli prima. Come testimoniano i ritrovamenti di oltre venti nuraghe, il sito di Malfatano, dove rimangono i resti del tophet punico nell'isolotto davanti alla spiaggia di Tuerredda, il porto ormai sommerso di Melqart e la cava punica ritrovata nei pressi delle sabbie di Piscinnì.

Monti e grotte

Perfettamente a metà strada fra la costa del Sulcis-Iglesiente e le montagne del suo entroterra, il territorio di Teulada comprende una delle vette più elevate della Sardegna meridionale: Punta Sebera, che raggiunge i 979 metri sul livello del mare. Per arrivare alla cima si può fare una breve escursione lungo la Strada Statale 195, fiancheggiando il Riu de Monti, Arcu Is Basileddu, il monte Perdosu e proseguendo fino a Arcu de su Sessini. Da qui, attraverso un sentiero che corre lungo il letto del fiume S’Azinera si possono raggiungere i resti del nuraghe de Pardu Mulas e poi il villaggio nuragico Su Putzu. Tornati sul sentiero di Arcu de su Sessini, dopo 4 chilometri ecco svettare Punta Sebera. Sulla strada fra Teulada e Santadì si aprono diverse cavità naturali che è possibile visitare con le guide dello Speleo Club di Teulada: le più famose e suggestive sono le grotte di Is Zuddas e quelle di Benatzu o Pirosu, che nasconde un santuario nuragico.

Le miniere di Teulada

Fra Ottocento e Novecento, molti degli abitanti di Teulada hanno lavorato nelle miniere del Sulcis. Le più conosciute sono quelle di Monte Lapanu, ora parte di una zona militare e perciò inaccessibile, e quella di Morettu, di cui restano due imbocchi, due pozzetti, una particolare cabina elettrica di trasformazione costruita in mattoncini rossi e alcuni ruderi.

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