Il Territorio

La necropoli di Montessu, i segreti delle domus de janas

Quella di Montessu, a pochi chilometri da Porto Pino, è la necropoli più grande della Sardegna meridionale. Con oltre quaranta tombe scavate nella roccia fra 3000 e 1600 anni fa.

Sepolture preistoriche A fare da cornice alla necropoli di Montessu è un anfiteatro naturale scavato nella trachite, in cui si susseguono le 'domus de janas' (espressione che in sardo vuol dire 'case delle fate') utilizzate per seppellire i propri cari dalle culture di Ozieri (3240-2360 a.C.), Abealzu-Filigosa (2300-2130 a.C.), Monte Claro (2200-2100 a.C.), Vaso campaniforme (2200-2000 ca. a.C.) e Bonnanaro (2000-1600 ca. a.C.), nella preistoria della Sardegna. Per raggiungere il sito archeologico basta percorrere la strada provinciale 79 per Villaperuccio e, una volta attraversato il paese, prendere la Sp 80 in direzione di Narcao: oltrepassato il rio Mannu, dopo un chilometro, si gira a sinistra e si seguono le indicazioni.


Le tombe più belle Fra le domus de janas accessibili nelle due ore previste per la visita del sito ce ne sono alcune davvero suggestive. Fra queste spiccano la cosiddetta 'tomba delle corna', con corna di varie dimensioni scolpite sulla volta e sul gradino all'ingresso, in onore del dio toro, e quella 'delle spirali', con simboli che richiamano gli occhi e i seni della dea madre, ed una falsa porta sul fondo come accesso verso l'aldilà. Nelle vicinanze della necropoli si segnala la presenza di grandi menhir: 'Luxia Arrabiosa' alto oltre 5 metri, in località Terrazzu, e 'Is Perdas Croccadas' (cioè 'le pietre coricate') nella zona di Monte Narcao. Tesori di un'epoca lontana ancora poco conosciuti e valorizzati.

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