Il Territorio

Cuore di miniera: l'ecomuseo di Rosas

L'entroterra di Porto Pino nasconde uno dei siti minerari più interessanti di tutta la regione del Sulcis, oggi trasformato in ecomuseo e polo espositivo: il villaggio di Rosas, nelle vicinanze del paese di Narcao.

Là dove c'era la miniera... L'attività estrattiva a Rosas cominciò intorno al 1850, per concessione di re Vittorio Emanuele II alla Società Anonima dell’Unione Miniere del Sulcis e del Sarrabus, e terminò nel 1978. Dopo qualche anno di abbandono, il Comune decise di recuperare le officine della miniera e le abitazioni degli operai, progettando un grande museo a cielo aperto, che è diventato realtà nel 2009, anche grazie alla tutela dell'Unesco. Così, l'ex laveria dei minerali, il forno di calcinazione e i depositi di stoccaggio sono stati trasformati in un percorso espositivo multimediale, l'ufficio della direzione è diventato un ristorante e la fucina del fabbro ospita un bar, mentre nelle vecchie abitazioni dei minatori oggi ci sono delle case vacanza.

La visita guidata Oltre ad essere un esempio di felice riconversione di un sito industriale, il villaggio di Rosas è un luogo importante per conoscere meglio la storia della Sardegna ottocentesca, i cui destini furono indissolubilmente legati a quelli delle sue miniere. Oltre alle foto e ai documenti sulla vita del tempo, l'ecomuseo offre la possibilità di calarsi nel sottosuolo di Rosas, con una visita guidata di circa mezz'ora nella galleria Santa Barbara con casco e lampada di emergenza, di partecipare a laboratori didattici, mostre d'arte e fotografia, incontri e pure a degustazioni di prodotti tipici sardi. È aperto per 365 giorni all'anno.

(Fonte foto: www.ecomuseominiererosas.it)

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