Il Territorio

Sulle orme dei carbonai, i sentieri di Monte Maria e Monte Aidu

In diverse parti della Sardegna sono stati recuperati i cammini utilizzati dai carbonai fino ai primi del '900. Nelle vicinanze di Porto Pino ci sono i sentieri di Monte Maria e di Monte Aidu, inaugurati nel 2015 e nel 2016.

Monte Maria e Monte Aidu Laddove c'erano erbe incolte e pietre a sbarrare il passo, ora ci sono due mulattiere, facilmente percorribili e aperte anche agli escursionisti meno esperti. Grazie all'impegno del Comune di Teulada, lo stesso in cui ricade Porto Pino, e di tanti volontari, è possibile ripercorrere i tracciati usati dai carbonai per trasportare il loro prezioso carico nero, lavorato nei boschi e poi venduto a valle. Fra rocce di granito e rovine di vecchi rifugi si snodano il sentiero di Monte Maria, lungo 5 chilometri, che comincia dalla casa cantoniera sita in località Nuraxi de mesu, e quello di Monte Aidu, dalla chiesetta campestre di Sant'Isidoro per quattro chilometri.

Il Selvaggio Blu Chi volesse fare la stessa esperienza, ma in modo decisamente più impegnativo, può raccogliere la 'sfida' del Selvaggio Blu, che si snoda sulla costa orientale della Sardegna, da Santa Maria Navarrese a Cala Gonone, lungo il golfo di Orosei. Definirlo sentiero è a dir poco riduttivo, visto che si tratta di un itinerario di trekking-alpinismo lungo quasi 50 chilometri che in alcuni punti necessita anche di calate in corda doppia e arrampicata. A (ri)scoprirlo sono stati Peppino Cicalò (presidente del Cai Sardegna) e Mario Verin (fotografo e alpinista) che nel 1987 decisero di avventurarsi lungo gli antichi sentieri dei carbonai, carbonai con una vocazione quasi da acrobati.

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