Il Territorio

Storie di miniera, i murales di Narcao

Oltre che per il suo ventennale festival di musica blues, il paese di Narcao è conosciuto anche per il suo passato minerario. A ricordare quell'epoca, ci sono l'ecomuseo realizzato nel villaggio di Rosas e decine di murales che ornano le case del centro storico.

Le miniere nel sangue Da queste parti, a circa mezz'ora d'auto da Porto Pino, fra il 1850 e il 1978 restò in funzione una delle maggiori miniere di piombo e zinco della Sardegna, che assicurò la sopravvivenza a migliaia di abitanti del Sulcis e del Campidano. L'eco delle loro storie, e delle loro fatiche, è oggi impressa sui muri di mattoni crudi di Narcao, dove tanti artisti locali hanno raccontato quegli anni con suggestivi murales. Molti recano la firma di Ielmo Cara, pittore nativo di Gavorrano, paese toscano anch'esso legato all'attività mineraria, e poi cresciuto a Carbonia, dove il padre si era trasferito proprio per fare il minatore.

I murales
Passeggiando per le vie di Narcao, si resta colpiti dal realismo di queste immagini. In uno di quelli dipinti da Cara, ad esempio, si colgono il grande sforzo fisico e la tensione degli operai mentre spingono i carrelli colmi di minerali, mentre l'artista Andrea Durante ha immortalato la loro discesa nelle gallerie, gli scavi con il martello pneumatico alla luce delle lampade ad acetilene, la selezione del materiale da parte delle cernitrici, gli incidenti e il dramma delle morti sul lavoro. Ma pure la solidarietà fra i minatori d'Italia, con l'abbraccio di quelli di Narcao e Bovegno, a simboleggiare il gemellaggio fra il paese sardo e quello lombardo, dove molti isolani emigrarono dopo la serrata del 1978.

(Fonte foto: www.ecomuseominiererosas.it )

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.